Implantologia

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Case History

L’ implantologia è la tecnica che si applica per sostituire uno o più denti utilizzando perni metallici ancorati direttamente all’osso.

Esistono impianti di vari diametri e lunghezze e l’ inserimento segue  un protocollo chirurgico esuguito  in ambiente operatorio sterile.

La scelta và fatta caso per caso al fine di fornire un valido supporto alle future protesi.


I primi studi e tentativi sperimentali sono stati eseguiti fin dall’inizio del secolo scorso:

  • 1901 – Dr. Greenfield : gabbie intralveolari
  • 1939  – Dr. Strock: vite piena di acciaio
  • 1060  – Dr. Shalom: aghi di acciaio a tripode
  • 1960  – Dr. Branemark:  impianti in titanio
  • 1963  – Dr. Linkow:  impianti a lama
  • 1965  – Dr. Muratori :  impianti a lama
  • 1966  – Dr. Tramonte : vite piena a spire larghe

Gli studi del prof: Branemark ( Univ. Di Goteborg- Svezia ) dimostrarono che il titanio era il materiale più biocompatibile.

Attualmente si usano prevalentemente impianti a forma cilindrica, filettata ,di lega di titanio ( Ti-6Al-4V), con titanio puro al 99,75%. La superficie esterna è coperta  da uno strato di ossidi che si formano per passivizzazione spontanea al contatto con aria. L’osso si avvicina venendo a contatto con uno strato di 20-40 nm (di proteoglicani e  glucosamminoglicani) e fibre collagene dell’osso stesso.  I tessuti molli che circondano l’impianto nella parte che sporge dall’osso, presentano caratteristiche  morfologiche comuni ai denti, ma differiscono nella composizione  del tessuto connettivo (meno denso), e  dall’andamento delle fibre collagene (circolari e parallele all’impianto);l’epitelio si introflette in un solco di 2 mm, mentre il connettivo ha uno spessore di 1 mm.   In conclusione  è un tessuto meno strutturato e più debole di quello che circonda i denti naturali.A ciò consegue che eventuali batteri presenti nella placca non correttamente rimossa, possono causare danni più facilmente.

Prima dell’inserimento dell’impianto , occorre fare un piano di trattamento che tenga conto di tutte le variabili  cliniche , locali e generali, con una accurata storia clinica (malattie, fumo ..) visita (igiene orale ..) e con esami radiologici appropriati. Di quest’ultimi risulta fondamentale, e a volte sufficiente, una ortopantomografia (arcate dentarie). Per uno studio più approfondito dello spessore dell’osso e dell’andamento tridimensionale di cavità interne, è utile la Tomografia Assiale Computerizzata ( Dental Scan ).

Il tipo di osso e la stabilità dell’impianto al momento dell’inserimento,faranno decidere l’operatore se sommergere o esporre già nel cavo orale la vite di guarigione  (tecnica  non sommersa ) evitando un eventuale secondo intervento di riapertura ed esposizione. Attualmente in casi selezionati, si può

prevedere di applicare da subito la protesi ( CARICO IMMEDIATO ).

I tempi

I tempi di guarigione e di osteointegrazione su osso naturale, prima della riapertura e del carico protesico, sono così esemplificabili:

  • mandibola:    3 mesi
  • mascella:       4 mesi

Se contemporaneamente si eseguono interventi di rigenerazione ossea, i tempi si allungano da 6 mesi ad 1 anno. Esiste la possibilità di migliorare la qualità dei tessuti molli peri-implantari, prevedendo interventi di trapianto di tessuto connettivo o gengiva a tutto spessore, da eseguire contemporaneamente all’inserimento dell’impianto o in sede di riapertura.

Rigenerazione Ossea

Se l’osso naturale risulta carente in spessore o in altezza,si possono applicare delle tecniche chirurgiche di ESPANSIONE VOLUMETRICA o RIGENERAZIONE OSSEA da eseguire preventivamente, o contemporaneamente all’inserimento implantare, con tempi di guarigione propri. Gli interventi più in uso sono:

  • ESPANSIONE CHIRURGICA DELLA CRESTA OSSEA ALVEOLARE
  • INNESTI DI OSSO del paziente (autologo), omologo (di banca ospedaliera), eterologo ( bovino o equino) opportunamenti trattati per prevenire reazioni avverse o infezioni.
  • INNESTI DI OSSO PARTICOLATO con uso di MEMBRANE speciali che separano l’osso dai tessuti molli permettendo all’osso di rigenerare e stabilizzarsi ( i tessuti molli rigenerano più in fretta impedendo all’osso di rigenerare).
  • RIALZI DI SENO MASCELLARE parcellari o estesi  con innesti di osso sotto la membrana del seno mascellare prima di posizionare gli impianti o contemporaneamente.

Complicanze

Come ogni disciplina chirurgica, l’implantologia non è esente da complicanze che possono verificarsi durante l’intervento ,  post intervento o manifestarsi  tardivamente.

L’ANESTESIA utilizzata per l’intervento normalmente esaurisce il suo effetto dopo un intervallo di tempo variabile da 2 a 6 ore dal termine dell’intervento.
Se si prolunga oltre Contattare lo studio.

DURANTE L’INTERVENTO

Le complicanze che si verificano durante l’intevento sono rare e si manifestano come

  • emorragia
  • perforazione della corticale ossea
  • perforazione della membrana
  • perforazione del seno mascellare
  • perforazione delle coane nasali

POST INTERVENTO

Possono essere lievi  fisiologiche all’intervento o più gravi ma piu raramente

LIEVI

  • -  gonfiore o formazione di ematoma della zona di intervento
  • -  sintomatologia algica  (dolore)

Si contrastano nei giorni successivi all’intervento con

  • - Impacchi di ghiaccio ripetuti in prima giornata
  • - Non assumere cibi caldi per uno, due giorni
  • - Non masticare nella zona dell’intervento per una due settimane
  • - Eseguire corretta igiene orale con l’aggiunta di sciacqui specifici
    ( CLOREXIDINA 0.2% per tre volte al giorno)
  • - Uso di analgesici, come da prescrizione
  • - Terapia antibiotica, se prescritta.

EMORAGGIE

Vanno contrastate come segue:

- non fare sciacqui

Applicare sulla ferita un tampone di garza di volume adeguato e tenere compresso per non meno di 5 minuti

Eventuale applicazione di impacco di ghiaccio sulla cute all’esterno della ferita

Contattare lo studio.

DEIESCENZE DELLA FERITA

prima della rimozione della sutura.

Continuare gli sciacqui con clorexidina

Contattare lo studio.

COMPLICANZE TARDIVE

ESPOSIZIONE DELLA VITE TAPPO DELL‘IMPIANTO

Può verificarsi durante il periodo di guarigione soprattutto se i tessuti molli soprastanti sono sottili,non richiede interventi urgenti.

ESPOSIZIONE DELLA MEMBRANA DI RIGENERAZIONE

Evento poco frequente; contattare lo studio per un controllo e soprattutto fare sciacqui con clorexidina .

MOBILITA DELLA VITE DI GUARIGIONE

che sporge dalla gengiva (svitamento di componenti meccaniche):

Contattare lo studio e fare sciacqui con clorexidina

MOBILITA DELLA PROTESI SU IMPIANTI

(svitamento di parti meccaniche, decementazioni,mobilità dell’impianto):

Contattare lo studio

Non masticarci sopra

Sciacqui con clorexidina

GONFIORE ATTORNO AD UN IMPIANTO

con o senza mobilità del dente:

Contattare lo studio

Non masticarci

Sciacqui con clorexidina.

PERI-IMPLANTITE

E’ una complicazione infettiva batterica dei tessuti che circondano un impianto. Comporta  infiammazione dei tessuti e perdita di osso di sostegno dell’impianto con o senza mobilità

dell’impianto stesso. E’ dovuta ad uno scarso controllo della placca batterica (scarso igiene orale).

Si può risolvere con terapia antibiotica e sciacqui con clorexidina e sedute di igiene professionale.

Nei casi più gravi ,con specifici interventi chirurgici di decontaminazione ed eventuale rigenerazione ossea, per un recupero dell’impianto.

La perimplantite è causa di perdita degli impianti.Essa và prevenuta con un’accurata igiene orale quotidiana, anche in considerazione di una intrinseca debolezza dei tessuti molli perimplantari rispetto a quelli che circondano i denti naturali.

Percentuali di successo di sopravvivenza degli Impianti

Le tecniche implantari hanno raggiunto livelli di specializzazione molto elevati ,e parallelamente a procedure semplificate e poco invasive per inserimenti implantari su osso naturale,(supportate da speciali ausili radiografici computerizzati), si eseguono altresì interventi più complicati ed invasivi laddove l’osso naturale è deficitario.

Di tutto ciò il paziente deve avere consapevolezza ed in merito esprimere un adeguato CONSENSO INFORMATO.

Più complicate sonno le tecniche chirurgiche, più aumenta la probabilità di andare in contro a complicanze ed insuccessi.

Gli impianti su osso naturale hanno attualmente percentuali di successo che variano in relazione alla zona anatomica:

Per impianti di diametro 4 mm e lunghezza 11.5

Denti 8  7 6 5 4 3  2  1  | 1  2  3 4  5  6 7  8
Mascellare 90% 94,5% 97,2% 94,5% 90%
Mandibola 96,3% 97,7% 96,3%

( A.Saadonn  et Al. ‘97)

Eventuali terapie rigenerative innesti di osso, e rialzi di seno mascellare hanno percentuali di successo diverse da caso a caso (età del paziente, volume rigenerato tipo di osso, residuo di osso naturale).

Da studi scientifici  si rileva che anche in situazioni favorevoli di controllo di placca e masticazione si osserva una perdita di osso marginale perimplantare di circa 1,5-2 mm il primo anno e 0,2 mm all’anno successivamente, da ritenersi fisiologica (Albrektson e Zarb ).

Da questo si deduce che gli impianti dentari non possono essere considerati presidi  a durata illimitata.

Protesi sugli Impianti

EDENTULIE PARZIALI

La protesi può essere fissata con cemento o avvitata direttamente all’impianto (scelta estetica o tecnica)

Si può sostituire un dente singolo o più denti.

E’ preferibile non includere nella stessa protesi impianti e denti naturali, perché i denti hanno una naturale mobilità di circa 0,5 mm, mentre per gli impianti è prossima allo 0 ( 100-150 centesimi di millimetro).

Nella sostituzione di denti anteriori o comunque ad alta valenza estetica, si devono fare delle attente valutazioni preliminari (linea del sorriso, tessuti molli circostanti, riassorbimenti ossei) e comunque tenere in considerazione che più condizioni sfavorevoli abbiamo all’inizio, più difficile sarà ottenere il risultato ottimale e mantenerlo inalterato nel tempo.

EDENTULIE TOTALI

Alla perdita di tutti i denti di una o entrambe le arcate può seguire riassorbimento della cresta ossea e può venire meno il sostegno ai tessuti molli delle labbra con profili antiestetici e difficoltà fonetiche.

Dopo attenta valutazione si può procedere alla riabilitazione protesica con supporto implantare.

PROTESI FISSA SU IMPIANTI

  • le labbra non hanno bisogno di sostegno con flange vestibolari
  • è presente osso naturale, o comunque è possibile rigenerare osso nelle zone corrispondenti ai denti (inserimento implantare protesicamente guidato)
  • nel sorriso non si vede la gengiva o comunque è possibile dare alla protesi una forma ed estetica adeguata

PROTESI FISSA TIPO TORONTO

  • le labbra non hanno bisogno di sostegno
  • è presente osso naturale nelle zone anteriori(da canino o primo premolare ) sufficiente per 6-8 impianti
  • nel sorriso non si vede la gengiva. Va costruito inserendo gli impianti dove c’è l’osso non obbligatoriamente in corrispondenza delle corone dentarie
  • la protesi potra avere denti in estensione
  • rimarra appoggiata alla gengiva per permettere l’igiene orale dei pilastri
  • i denti saranno montati su una struttura metallica rigida avvitata agli impianti
  • è più usata nell’arcata inferiore (meno problemi estetici e fonetici)

PROTESI MOBILE SU IMPIANTI

  • le labbra hanno bisogno di essere sostenute da una flangia vestibolare.
    Questa è una indicazione assoluta per ottenere un risultato estetico e fonetico ineccepibile
  • nell’arcata superiore si inseriranno 4-6 impianti spaziandoli nella cresta per distribuire il carico.gli impianti andranno uniti da  una struttura a barra sulla quale prenderanno ritenzione gli  attacchi della protesi, che avrà sigillo sul fornice vestibolare e sul palato.La protesi sarà rimovibile per permettere l’igiene dei pilastri e delle gengive.
  • nell’arcata inferiore sono sufficenti 2 impianti in zona canina e non è necessario unirli con una barra